“Biblioteca, prima i saronnesi: visione da cortile”: Banfi incalza il sindaco
29 Gennaio 2020

SARONNO – Le recenti esternazioni del sindaco Alessandro Fagioli – “visto che il 33 per cento degli utenti della biblioteca sono di fuori Saronno” – stanno suscitando una bufera politica, con le opposizioni che sono “insorte”. Ospitiamo – dopo quelli di Francesca Licata, Luca Amadio ed Augusto Airoldi – anche l’intervento del consigliere comunale indipendente Francesco Banfi.
Saronno è una città che vuole essere centro di un comprensorio, capace di attrarre persone e investimenti offrendo servizi, rendendosi punto di ritrovo e incontro tra i fabbisogni e gli abitanti “del saronnese”? A fare da contraltare c’è l’immagine del cortile, con le sue ragioni. La logica del cortile privato parla infatti di autosussistenza: grazie al pollaio, alla stalla e al porcile che sono interni alla corte. Parla anche di chiusura: il quadriportico, una volta chiuso il portone, è inviolabile e, in più, appena entri ci sarà qualche zabetta che spia dal vetro e avvisa il più nerboruto che accorre subito per verificare l’identità. Nel cortile ogni risorsa o servizio è naturalmente commisurato agli occupanti: deve bastare, il surplus non immagazzinabile viene venduto.
Mi sorge quindi un interrogativo semplice: Saronno è una città o un cortile privato? “Prima i saronnesi” depone solo nell’idea del cortile privato. Possono parcheggiare solo i cittadini saronnesi. Gli altri meglio non vengano. A cascata le offerte commerciali e di somministrazione saranno proporzionate ai soli cittadini saronnesi, staranno quindi aperti pochi negozi.
L’ospedale è fin troppo grosso: non serve. Nel cortile infatti c’è solo l’infermeria: due armadi, quattro farmaci, un lettino. Basta per i soli cittadini saronnesi: zero problemi da sovraffollamento, specie perchè non arrivano meno pazienti dal vicinato. Nel cortile la biblioteca è il locale dove si immagazzinano i libri che si possono chiedere in prestito per leggere. Non deve fare altro. Per pagare meno i libri ci si è inventati il “sistema bibliotecario”: un gruppo di acquisto fatto con i cortili vicini, si comprano meno libri che vengono messi in comune e portati a mezzo cavalcante dove vengono richiesti.
Il cortile è così. E così è la Saronno che Fagioli ha in mente: ristretta. Poco importa se dagli anni ’70 e attraverso varie leggi regionali, convenzioni e norme statali, un manifesto Unesco, si ha il “sistema bibliotecario” che mette in rete libri e servizi, tanto che con la tessera di Saronno si può accedere ai servizi di – esempio – Cislago o Malnate (grazie alla rete provinciale) e viceversa. Nessuno s’è mai sognato di mettere per iscritto che “nel sistema” sono non solo i libri, ma i servizi, gli edifici, le strutture: la cultura è di tutti, gli edifici scelti per essere in supporto alla diffusione della cultura devono essere pubblici. E’ un concetto base. C’è da riflettere anche sulla verità che una città può avere futuro solo se investe sui giovani, se li invita a viverla offrendo loro occasioni o luoghi d’incontro, se riesce a rispondere ai loro bisogni ed aspettative. Se i giovani chiedono spazi per lo studio, gli spazi si devono trovare. Se a chiederlo sono giovani che arrivano “anche” -e non “solo”- da fuori Saronno significa che lì c’è una possibilità per rendere attrattiva la città.
Era solo lo scorso anno quando l’assessore alla Cultura, Maria Assunta Miglino, prima chiudeva l’aula studio, addirittura accusandomi di aver fatto azioni clandestine e illegali quando da assessore garantivo il servizio, e poi “migliorava” la biblioteca offrendo più posti per lo studio. Oggi invece scopriamo che secondo l’assessore la biblioteca serve solo per la lettura: ma allora perchè lo scorso anno ha ampliato il numero di posti per lo studio? Se poi l’obbiettivo della biblioteca è il prestito dei libri… perchè due volte al mese ci saranno incontri con i carabinieri? Che c’entra? La forte sensazione che ho è che la stessa Miglino sappia intimamente che “la biblioteca” è in realtà un insieme di cultura (e servizi ad essa connessa) e di risposte ai bisogni della città. Probabilmente anche lei crede in una città di Saronno “grande”, centro del comprensorio. Il problema è che non lo crede il sindaco Fagioli, tanto che è riuscito ad adombrare un risultato positivo: gli utenti dicono che la biblioteca funziona.
Sul problema “sovraffollamento studio”, che si presenta principalmente due volte l’anno essenzialmente durante le sessioni di esame, ci sono dei locali liberi (ex Informagiovani) a piano terreno: sarebbe possibile adibirli ad aula studio anche solo momentaneamente, il tanto che basta per far fronte all’emergenza corrente e frattanto pensare ad una soluzione progettuale. Questa triste pagina “da cortile” ci ricorda che i cittadini, in fondo, tra qualche mese saranno chiamati a scegliere se vogliono un cortile privato o una città: il problema sarà quale città le diverse forze in gioco vorranno offrire e come dovrà essere centro di un più ampio comprensorio. Perchè è indubbio che Fagioli e la Lega offriranno solamente un cortile.
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Commenti
Saronno sta diventando una città dormitorio. Ci si chieda perché. Banfi di fatto garantiva il servizio dei ragazzi forum studenti che in spazi comunali aprivano l’aula studio. Gli spazi sono stati tolti perché alla Miglino di questo servizio frega meno di zero. Poi si lamenta su Facebook se trova i suoi studenti in biblioteca e non a lezione. Metta in discussione le sue abilità di dialogare con i giovani e di capirne l’esigenze.
Tra le risposte non mancano mai i leghisti col mal di pancia
???????? Banfi non sei credibile! Hai fatto l’assessore con Fagioli e fino a quando prendevi lo stipendio ti andava bene tutto… Poi come una donna tradita continui a starnazzare contro, senza ammettere che se ti ha tradito è per la tua incompetenza dimostrata.
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Esatto
E come mai tutte queste cose quando eri assessore le ingoiavi senza emettere alcun fiato???????
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Tenendo conto che da assessore sosteneva l’aula studio, via lui l’hanno chiusa e solo lui ha chiesto perché… che era l’unico della giunta ad aver parlato pubblicamente dell’ospedale…
Esistessero solo i leghisti, la biblioteca sarebbe sempre vuota!