Coronavirus, la lettera aperta del sindaco Fagioli al prevosto per la festa del Voto
SARONNO – Pubblichiamo integralmente la nota condivisa sulla propria pagina Facebook dal sindaco Alessandro Fagioli e destinato al prevosto Monsignor Armando Cattaneo in merito all’imminente Festa del Voto che sarà celebrato in modalità ridotta domenica 29 marzo.
Reverendo Monsignore,
mi rivolgo a Lei come massima autorità religiosa cattolica presente a Saronno, come Prete e come Padre Confessore: vorrei raccontarLe alcune mie riflessioni e alcuni pensieri che, se vorrà, può condividere con i Parrocchiani.
Sono nato e cresciuto poco lontano dal Santuario della Beata Vergine dei Miracoli e sempre sotto l’ombra del magnifico Campanile ho compiuto j miei studi: posso dire di conoscere bene il quartiere e di sentirmene parte.
Fin da piccolo, ho partecipato diverse volte alla Festa del Voto: all’inizio era solo un’occasione per una domenica di festa, poi i catechisti mi hanno raccontato la storia e mi sono lasciato affascinare da questa bellissima narrazione. La storia, documentata e certa, come ben appare dai registri ufficiali dell’epoca, magistralmente conservati e gestiti dall’Archivio Storico del Santuario, ci racconta che nel lontano 1577 a Saronno dilagava la peste, mietendo vittime e decimando la popolazione già sfinita dalla carestia. All’epoca il Santuario non era una proprietà della Chiesa ed era gestito dai Deputati: infatti fin dalla sua costruzione, avvenuta dopo il “Miracolo del Pedretto” del 1460, la Chiesa è stata edificata e gestita sempre e solo dai Saronnesi, grazie a donazioni, eredità e lasciti. Ciò fino all’epoca di Napoleone. I Deputati del Santuario, supportati da una fervida Fede, decisero, in nome di tutta la Città, di fare un “”Voto” alla Santa Vergine dei Miracoli affinché fermasse la peste e salvasse il Suo Popolo. Per rendere certo e sicuro questo Voto, non solo alla Vergine ma anche a tutti gli abitanti del Borgo, i Deputati assunsero questo impegno per se stessi e per tutti gli abitanti di quel momento e per tutti coloro che sarebbero venuti dopo, di fronte ad un notaio che redisse un atto: un Voto perenne. Ma chi erano i Deputati e cosa potevano offrire a Lei, Beata Vergine? I Deputati del Santuario erano eletti annualmente dal popolo ed erano 6. Due Deputati rappresentavano i Nobili e 4 i Rurales, ovvero il Popolo. Siamo nel 1577 e non esisteva ancora la corrente elettrica: dunque all’epoca l’onere più pesante per il Santuario erano le “candele di cera” che permettevano di illuminare la Chiesa. I Deputati decisero allora che avrebbero donato le “cere” per illuminare la Chiesa: un Voto dal doppio valore simbolico: illuminare la Chiesa e donare “luce” agli “Esseri di Luce”: la Beata Vergine ed il Coro degli Angeli.
“La Vita di ognuno di noi è fatta di storie, incontri, svolte, e la mia, come Lei ben sa mi ha portato a fare scelte che mi hanno condotto ove ora sono: il Sindaco di Saronno, una città che amo profondamente e di cui ora ho l’onore e l’onere della conduzione e gestione.
Come sicuramente Lei può capire non è facile avere questo ruolo: tutti intorno a me possono giustamente divenire censore, giuria, e valutare, usando il proprio metro di giudizio e disponendo del proprio bagaglio culturale e di informazioni, ogni mia azione. Questo ovviamente non accade solo a me, ma a tutti coloro che si mettono in gioco e a disposizione della propria Città o Nazione che sia, ma anche a tutti coloro che danno la propria disponibilità a dirigere sodalizi, associazioni o aziende.
Quando per la prima volta mi sono trovato, camminando dietro al Gonfalone Cittadino, a rappresentare tutta la Città di Saronno, mi sono chiesto come fosse stata, all’epoca, il 25 marzo 1577, questa Processione votiva, partita dalla Chiesa Prepositurale e terminata nel Santuario della Beata Vergine dei Miracoli; quante persone vi avessero partecipato, com’era la Città all’epoca, quale i pensieri, le paure, le speranze di chi vi partecipava Domande forse inutili, qualcuno potrebbe dirmi, ma sorsero in me, che per la prima volta partecipavo al rinnovo del Voto in qualità di “erede” simbolico degli allora Deputati.
Oggi mi trovo a vivere in prima persona, condividendo con tutti i miei Concittadini, i miei connazionali ed il Mondo intero, penso gli stessi pensieri, le stesse paure le stesse speranze di allora; e mi ritrovo nell’imminenza della ricorrenza della Festa del Voto, che quest’anno non potrà essere celebrata con la Processione e la Santa Messa.
Come non cogliere questa opportunità di rinnovare a Lei, Santa Vergine dei Miracoli, la richiesta di aiuto, di intercessione per la Città di Saronno, per l’Italia e per il Mondo intero?
Sono certo che anche questo sentito gesto di rinnovo del Voto, che compio” personalmente ed anche a nome dell’intera Città di Saronno, verrà criticato e fors’anche deriso. Ma spero di dovermi smentire e scoprire che in questo momento, veramente difficile ognuno possa fare la propria parte, impegnandosi a fare tutto quello che può e deve.
Così, in veste istituzionale, come i Deputati del Borgo nel 1577, rinnovo il Voto mio e di tutti i Saronnesi, che rappresento come Sindaco, alla Beata Vergine dei Miracoli affinché vegli sul Suo Popolo e ci permetta di attraversare questo momento veramente difficile per tutti, ponendo presto termine a questa pandemia e permettendo presto di ritrovare le risorse per continuare a vivere, singolarmente ed in collettività la nostra vita.
Ribadendo la laicità dello Stato e del Comune con il rinnovo di questo Voto, voglio rendere omaggio ed onore ai nostri predecessori e all’ unicità della Storia di Saronno, nella speranza di interpretare, ora come allora, il sentimento dell’intera Città di Saronno.
(foto archivio)
25032020
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Commenti
Attendiamo il sindaco Fagioli alla prova della festa del Sacrificio e a quella, ormai prossima, di Pesach.
Sperando che il sig. Rimoldi non lo debba erudire per l’ennesima volta.
Onestamente avrei anche mantenuto il voto di stare zitto….
ma se se si leggono inesattezze.. e poichè quell’Archivio a cui si riferisce,non ha mai visto una visita da parte di qualche persona della sua “giunta” …. e viene mantenuto in vita da volontari che di solito lavorano in silenzio, questo suo discorso sulla storia di Saronno un pò rabberciato mi è sembrato quanto mai inopportuno…..
e peggio ancora, se una lettera che sembra essere privata e allora non si capisce il ruolo del signor Fagioli contiene un appiglio del tipo
“alcune mie riflessioni e alcuni pensieri che, se vorrà, può condividere con i Parrocchiani”
e prosegue con affermazioni come:
” Vita di ognuno di noi è fatta di storie, incontri, svolte, e la mia, come Lei ben sa mi ha portato a fare scelte che mi hanno condotto ove ora sono: il Sindaco di Saronno, una città che amo profondamente e di cui ora ho l’onore e l’onere della conduzione e gestione.”
“Come sicuramente Lei può capire non è facile avere questo ruolo: tutti intorno a me possono giustamente divenire censore, giuria, e valutare, usando il proprio metro di giudizio e disponendo del proprio bagaglio culturale e di informazioni, ogni mia azione”
” Questo ovviamente non accade solo a me, ma a tutti coloro che si mettono in gioco e a disposizione della propria Città o Nazione che sia, ma anche a tutti coloro che danno la propria disponibilità a dirigere sodalizi, associazioni o aziende”
mi da la possibilità di dire caspita serviva proprio stare chiuso in casa per avere questi pensieri….
poi credo signor Fagioli che paragonare un politico a chi deve far andare avanti una azienda ci voglia un bel coraggio.
Una persona che dice di aver cuore Saronno e forse dice la verità perchè non ha ancora capito che Saronno non è un entità astratta ma è fatta dalle persone, che ci vivono per scelta o per lavoro è a loro che si deve rivolgere è con loro che deve discutere le scelte che fa e magari alcune prima ( se sono importanti ) di farle,
.. la domanda che si deve fare cosa ho fatto per i cittadini di Saronno ?
Cinque anni sono lunghi ma se non si hanno idee sono lunghissimi.. e allora i cittadini di Saronno hanno diritto di dire come la pensano..
e Lei signor Fagioli deve ascoltare in silenzio e con attenzione e poi rispondere senza supponenza
Paolo Enrico Colombo
Faccio un po’ fatica a capire come mai il sindaco scriva questo lunghissimo pistolotto vagamente teocratico al monsignore e letteralmente si rifiuti di comunicare ai cittadini le cifre del coronavirus a Saronno.
Quello che sappiamo lo stiamo apprendendo dai media, non certo dai canali ufficiali dell’Amministrazione che in tutto il circondario è attiva e presente, anche in comuni governati dalla Lega.
Del resto, Gallera in prima persona ha invitato i sindaci a trasparenza e comunicazione, ma a Saronno si vede che non ascoltano nemmeno i propri rappresentanti.
Lasci stare i santi, il sindaco Fagioli, e si occupi piuttosto di noi poveri fanti…
Bravissimo
Quando deve essere presente non c’e’, ma energie per il pistolotto non sono mancate
Bravo!
Una lettera “aperta” che configura l’immagine di un colloquio esternato in confessione al Padre Confessore. “La Vita di ognuno di noi è fatta di storie, incontri, svolte….” che porta “ a fare scelte..”. Certamente nella propria vita gli esami non finiscono mai e quando non si superano si deve correre ai ripari per rimediare. Il pathos che aleggia nel contenuto stride con ..” tutti intorno a me possono giustamente divenire censore, giuria, e valutare, usando il proprio metro di giudizio e disponendo del proprio bagaglio culturale e di informazioni, ogni mia azione.” Il Comune è parte integrante dello Stato Italiano ed in quanto tale non necessita ribadire la sua laicità per rinnovare un voto antico ma attuale per ritrovare la luce in fondo al tunnel.
Sindaco, se lo lasci dire, si vede che l’ultima volta che lei è andato in chiesa è stato per la cresima!
Come il nostro sindaco anch’io sono nata e vivo vicino al santuario della Madonna dei Miracoli e condivido tutto cio’ che il Dr Fagioli ha scritto nella sua lettera
il comune rinnova il voto e nel frattempo difende la laicità delle istituzioni…..qui c’è il solito sdoppiamento per raccogliere i voti dei cattolici.
A me il gonfalone dietro una manifestazione religiosa fa specie assai
se non mette il suo pensiero astioso non è contento. ma chi ti critica e deride? fallo e basta
Mi permetto, con l’ausilio di documentazione, fare delle precisazioni storiche su quanto si legge nella lettera del Sindaco.
Nel volume “IL SANTUARIO DI SARONNO” di P. Paolo Maria Sevesi (1926) si legge: “Alla Vergine dei Miracoli i SARONNESI per scampare dal flagello della peste, ai 23 marzo 1577, per concordato generale, adunati nella cappella di S. Rocco della CHIESA PARROCCHIALE, presenti Il Curato D. Cesare Pagani ed il Podestà Cesare Morna’ fecero voto …di recarsi in processione col Curato alla Madonna dei Miracoli, ed offrire le candele…”.
Leggo sulla lettera del Sindaco:”…i Deputati del Santuario …decisero in nome di tutta la Città di fare un voto…”. Questa affermazione non corrisponde al vero. I Deputati non avevano titolo per rappresentare tutta la città.
La festa del voto È UNA FESTA VOLUTA DAI SARONNESI! UNA FESTA VOLUTA DALLA CITTÀ! UNA FESTA CIVICA!
Come sempre Marino,sei,non appari come la memoria delle verità storiche e non solo.E un lungo discorso.
Il sindaco diverso e silente, ogni tanto apre bocca per raccontarci “aria fritta”
O tace o dice un sacco di banalità.