SARONNO – “Chiusura Anovo“: Provincia di Varese riannoda le fila del discorso e traccia il primo bilancio del progetto di reinserimento nel mondo del lavoro per 108 lavoratori dell’azienda che aveva sede in via Banfi a Saronno, che rigenerava e riparava prodotti elettronici.
Si è tenuto l’altro giorno a Villa Recalcati un incontro per fare il punto sull’andamento del progetto di ricollocazione dei lavoratori e delle lavoratrici in esubero dell’azienda Anovo Italia Spa. Provincia di Varese e Regione Lombardia hanno infatti dato vita ad un progetto finalizzato a coinvolgere i lavoratori interessati in percorsi personalizzati e gratuiti per favorire il reingresso nel mondo del lavoro.
Le risorse necessarie all’iniziativa sono state reperite grazie a un finanziamento messo a disposizione dal Fondo Europeo di adeguamento alla Globalizzazione (Feg), strumento gestito direttamente dalla Commissione Europea e che ha l’obiettivo di aiutare i lavoratori a trovare un nuovo impiego e a riqualificarsi, nei casi in cui la perdita del lavoro sia riconducibile a fenomeni quali la crisi economica e finanziaria mondiale.
Nello specifico, Provincia di Varese ha identificato a fine aprile scorso, tramite una procedura di evidenza pubblica, una rete di soggetti accreditati per i servizi al lavoro, con capofila Umana Spa e composta da Cesvip, Ial Saronno, Intoo, Simki, Synergie,Workopp, che si è impegnata ad erogare un pacchetto personalizzato di servizi di politica attiva mirato a reintegrare i lavoratori di ANovo Italia SpA nel mercato del lavoro.
A distanza di circa quattro mesi dall’avvio del progetto le istituzioni e gli enti coinvolti si sono quindi incontrati per tracciare il punto della situazione.
Il primo dato significativo è che dei 230 lavoratori in esubero, 198 sono stati inseriti nella lista di mobilità stilata dall’azienda e di questi, 108 hanno aderito al progetto, ovvero il 55 per cento dei potenziali destinatari. I 90 lavoratori che hanno deciso di non accettare la proposta risultano essere occupati il 30 per cento dei casi (in prevalenza con contratti a tempo determinato), impegnati in alte iniziative il 10 per cento, mentre il restante 60 per cento sembra non essersi attivato per la ricerca di una nuova occupazione.
I 108 aderenti invece stanno sostenendo o hanno sostenuto colloqui specialistici e bilanci di competenze finalizzati a delineare le varie figure professionali così poi da rendere più agevole il reinserimento nel mondo del lavoro.
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