Dall’unanimità in commissione alla debacle in consiglio: la Lega accontenta Fagioli ma “mostra il re nudo”
SARONNO – Ieri sera i consiglieri della Lega non hanno votato all’unanimità. E’ successo rarissimamente (forse mai) a questa Amministrazione, ed è successo su un punto delicato come la rinegoziazione dei mutui. (qui la diretta de ilSaronno)
DAL SUCCESSO IN COMMISSIONE, ALL’IMBARAZZO IN CONSIGLIO
Davide Borghi, presidente della Commissione Bilancio, si è astenuto. Sfortunatamente per la maggioranza, e per la Lega, non si è trattato di un dissenso politico. Borghi si è “voluto/dovuto” astenere perché la sera prima la commissione Bilancio, che presiede con competenza, aveva preso una decisione diversa da quella messa in approvazione ieri sera. Una scelta dettata da analisi finanziarie ed economiche. Una scelta arrivata dopo un confronto con le minoranze che aveva portato all’unanimità. Insomma un gran lavoro per Borghi ma anche per il vicesindaco e assessore al Bilancio Pier Angela Vanzulli. E come si è arrivati da un gran lavoro ad un’imbarazzante debacle? La cronaca del dibattito in consiglio comunale lo rileva, senza pietà, anche a chi non mastica di finanza e bilancio comunale.
TUTTO PARTE DALLA DICHIARAZIONE DEL SINDACO
Dopo la presentazione del vicesindaco Pier Angela Vanzulli, che ha illustrato le 3 possibilità studiate per la rinegoziazione dei mutui con Cassa depositi e prestiti e il lavoro della commissione, è intervenuto il sindaco Alessandro Fagioli che ha indicato un’altra strada lasciando la soluzione concordata per una che, in soldoni, permette di ottenere più liquidità a fronte di un “costo” più alto che si “ripagherà” in futuro.
“A COSA SERVONO TUTTI QUEI QUATTRINI?”
Sono seguiti interventi tecnici con cui la minoranza ha rilevato ad esempio, come, con la soluzione del sindaco, si passerà, tra le altre cose da mutui che hanno un tasso prossimo allo zero a pagare per il medesimo interessi di oltre il 2%. Ma soprattutto tutti i consiglieri di minoranza hanno chiesto, verrebbe da dire disperatamente, di sapere le motivazioni del cambiamento ossia cosa servisse la liquidità aggiuntiva reclamata da Fagioli. Non è arrivata nessuna risposta.
Un silenzio che ha permesso alle minoranze di ipotizzare che fosse una scelta dettata da un’eccessiva paura (Paolo Riva) o una decisione funzionale a sostenere la campagna per la rielezione del primo cittadino. “La scorsa campagna elettorale me la solo pagata coi miei quattrini e farò così anche per la prossima” ha tuonato, pretendendo delle scuse, Fagioli. Serafica la replica di Nicola Gilardoni:“Sindaco nessuno intendeva che con quei soldi si “pagherà” la campagna elettorale ma che il bisogno di liquidità sia necessario per sostenere progetti che non si sono ancora concretizzati”.
“SI VOTA QUELLO CHE VUOLE IL SINDACO”
Il dibattito è proseguito e le minoranze hanno quindi chiesto di votare tutte le tre opzioni. Al netto il rifiuto del presidente del consiglio comunale Raffaele Fagioli (“il consiglio dà il proprio indirizzo votando le proposte dell’amministrazione e visto che quest’ultima sposa la linea del sindaco votiamo solo quella”) è sorto un altro problema. Candidamente Francesco Banfi ha fatto notare che il testo della mozione era in bianco. Ad un imbarazzante silenzio, è seguito l’imbarazzato annuncio del presidente Fagioli di una sospensione. In mezz’ora è stato steso il testo e si è passati alle dichiarazioni di voto.
IL RE E’ NUDO.. ED ORA?
Angelo Veronesi, come capogruppo Lega, dopo una paio di bordate contro “Roma e lo Stato” spiega: “Visto il suo ruolo e il suo operato di ieri ho chiesto al consigliere comunale Borghi di astenersi”. L’imbarazzo, malgrado la videoconferenza è palpabile, e non è difficile immaginare i telefonini dei protagonisti accedersi a ripetizione per l’arrivo di whatsapp a raffica. La consigliera di Forza Italia è assente, Fratelli d’Italia non è in consiglio comunale così come Sac e probamente nessuno di loro è mai stato più contento di non avere un posto in Sala Vanelli lasciando così la patata bollente ai leghisti. Borghi interviene cercando di aggiustare il tiro parla “di un’astensione dettata da divergenze di sensibilità” ma la frittata è fatta.
Come finisce? La maggioranza vota la versione della rinegoziazione voluta dal sindaco Fagioli. Il primo cittadino conclude con una confusa filippica sulla bontà sulla sua scelta. Ma è troppo tardi. Il re è nudo. E’ già perchè a fronte di lavoro, impegno, competenza e condivisione la Lega preferisce forzare la mano e votare in modo da accontentare il primo cittadino che, malgrado la malaparata e, la difficile posizione in cui ha messo il suo vice e il suo delegato al Bilancio, non riesce a fornire le motivazioni di una scelta che convince solo lui. La vicenda però non è conclusa. Difficile pensare che su tema tanto cruciale e legato al retaggio che questo mandato lascerà alla città il resto della coalizione di centrodestra se la possa cavare con un comodo silenzio.
(per la foto si ringrazia Edio Bison)
21052020