Telos: “Abbiamo deciso di riprenderci ciò che consideriamo nostro”
Inizia così la lunga nota postata su Facebook dai ragazzi del centro sociale Telos dopo la prima notte di occupazione della palazzina di via Milano sgomberata dalla polizia di stato e dalla Digos lo scorso 10 settembre dopo 5 anni di occupazione.
“Dopo lo sgombero le attività svolte all’interno del TeLOS si sono semplicemente spostate al di fuori delle sue mura, e ai momenti ludico-culturali si è affiancata una presenza di piazza ancora maggiore che nei mesi ed anni precedenti: cineforum, concerti, quattro occupazioni, cene, presidi, due importanti cortei. Non c’è stata stata settimana senza grattacapi per i tutori dell’ordine, non c’è stata settimana di noia per chi ha voglia di viversi la città in altro modo. Se è vero che le case occupate sono state sgomberate e murate, è altrettanto vero che i rapporti creati grazie a quella breve esperienza, e con essi le contraddizioni emerse in quella vicenda, sono più vivi che mai: diversi abitanti del quartieri si sono scagliati contro i dirigenti Aler venuti sul posto, alcuni si sono scandalizzati per la muratura di due appartamenti vuoti quando c’è gente che non può permettersi un affitto, con altri abbiamo discusso dell’insensatezza della proprietà privata che ci lega tutti quanti a una vita di miseria a raccimolare le briciole dal tavolo dei Giusti.
Dopo quasi due mesi dallo sgombero del Telos e dopo parecchio su e giù per la città degli amaretti abbiamo
La proprietà dello stabile è stata costretta dalle Forze dell’Ordine a murare e distruggere in parte l’edificio, ci toccherà quindi un grande sforzo per riportarlo ad essere lo spazio accogliente che era diventato; confidiamo nell’aiuto di tutti per ritornare quanto prima ad una situazione accettabile. Chiediamo a chiunque abbia a cuore la presenza di uno spazio del genere in città di esprimersi e di darci una mano, affinchè il TeLOS torni quanto prima ad essere il punto di aggregazione, autogestione e lotta che è sempre stato.
Ad ogni sgombero una nuova occupazione, prendiamoci spazio e tempo all’interno delle città in cui viviamo.
01112014