FdI, convegno Foibe: “Offriamo un duplice risarcimento morale”
SARONNO – Domenica mattina la sala del Bovindo era quasi piena per il convegno organizzato da Fratelli d’Italia sul tema della foibe. Presenti fra gli altri Gianangelo Tosi portavoce provinciale di FdI e Demis Guidi membro dell’Assemblea nazionale del partito.
A fare gli onori di casa il referente cittadino Alfonso Indelicato che ha spiegato le ragioni del convegno: “Quello delle foibe e dell’esodo è un tema “nostro” – ha detto – ma al di là di questo si tratta di offrire un duplice risarcimento morale: alle vittime e alla verità storica. A Saronno, infatti, le manifestazioni ufficiali patrocinate dal Comune sono state concentrate sulla mostra “Fascismo foibe esodo” a cura della fondazione “Memoria della deportazione”. Una iniziativa a dir poco unilaterale, non solo per il suo “taglio” interpretativo, ma perché escludeva l’intervento delle associazioni degli esuli le quali, a voler chiamare le cose col loro nome, sono le più deputate a intervenire sulla questione”.
Vi è stata subito dopo la lettura da parte di Federica Carlomagno del discorso pronunciato dall’inviata di “Avvenire” Lucia Bellaspiga martedì 10 febbraio scorso a Montecitorio alla presenza delle massime autorità dello Stato, rievocante le proprie vicende familiari legate all’esperienza dell’esodo.
Quindi ha preso la parola Paola Frassinetti, portavoce regionale di FdI: “E’ in corso da tempo – ha detto – un’appropriazione delle tematiche delle foibe e dell’esodo da parte di forze e associazioni che minimizzano, confondono, addirittura negano i dati storici, e avviene purtroppo che pubbliche istituzioni come le amministrazioni locali e le scuole concedano loro spazio senza verificare il messaggio di cui sono portatrici e senza possibilità di contraddittorio”
A questo punto è intervenuto Francesco Menna dell’Associazione Europea Scuola e Professionalità Insegnante di Milano, il quale ha tracciato un quadro storico assai ampio relativo alle vicende dei territori giuliano-dalmati, partendo dall’età romana e arrivando fino al trattato di pace del 1947. “E’ così emerso – racconta Indelicato – che le frizioni e i contrasti fra l’etnia italiana e la slava nei territori dell’alto Adriatico non sono vicenda recente, riconducibile a una contrapposizione all’azione del governo italiano durante il fascismo, ma hanno radici lontane e si aggravano almeno dalla cessione della Repubblica di Venezia all’Impero asburgico da parte di Napoleone (1797)”. “In ogni caso – ha egli sostenuto e dimostrato – la politica antislava del fascismo si può criticare ma non giustifica neppure lontanamente i massacri titini, rispondenti ad una logica di pulizia etnica che ha avuto degno riscontro nella guerra del 1991”.
A chiudere l’incontro Giovanni Grigillo dirigente dell’Associazione Nazionale Venezia Giulia e Dalmazia che ha ricordato “i bombardamenti effettuati dagli angloamericani su istigazione di Tito, bombardamenti puramente terroristici perché la città non possedeva alcun valore strategico-militare. Ha ricordato infine il doloroso abbandono delle proprie terre e dei propri beni degli abitanti di Zara, la loro diaspora in Italia e nel mondo, la profonda commozione provata anni dopo, tornando in veste di turisti nelle terre in cui erano vissuti da cittadini, aggirandosi fra i pochi splendidi vestigi scampati ai bombardamenti e gli orridi manufatti della nuova architettura socialista in preda alla nostalgia allo straniamento allo sconforto”.
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Commenti
Meno male che c’è chi ricorda con rispetto l’eccidio di uomini, donne, vecchi e bambini nelle foibe. E come Italiano, mi vergogno per tutti gli altri partiti Italiani che non erano presenti.
Iniziativa lodevole e più che opportuna, che condivido pienamente. La nostra città ricorda stabilmente la tragedia delle foibe e l’esilio degli Italiani della Venezia Giulia, dell’Istria, della Dalmazia e del Quarnaro con un cippo commemorativo in piazza Santuario. Una pagina difficile della storia italiana, che dovrebbe vedere tutti uniti a chi ha perduto la vita tragicamente o è stato costretto ad abbandonare la terra natìa. Ci sono purtroppo ancora molti distinguo, che – in nome di superate ideologie – supera il senso di comunità italiana e di pietosa umanità. Continuiamo a non dimenticare, è un dovere civico.