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SARONNO - È Oriella Stamerra, presidente di Rete Rosa, a fare il punto della violenza contro le donne nel Saronnese nell'ultimo anno così come è stata fotografata dal centro antiviolenza locale. L'occasione è stata l'incontro “Quella sera com’era vestita?” che si è tenuto ieri giovedì 24 novembre al cinema teatro Prealpi. L'appuntamento era dedicato al peso che viene dato all’abbigliamento nella formazione del giudizio rispetto a episodi violenti. L'evento, organizzato nell'ambito degli appuntamenti per la giornata per l'eliminazione della violenza contro le donne, segue l'iniziativa di sensibilizzazione realizzata mercoledì dalla Questura in piazza del Mercanti.

La serata, frutto di una sinergia tra Comune, Rete Rosa e Rotary club Saronno, ha rinnovato un format che già aveva avuto un ottimo riscontro lo scorso anno. Relatrici dell'evento di sensibilizzazione il vicesindaco e assessore alla Pari opportunità Laura Succi, il gip di Busto Arsizio Piera Bossi, Elena Maffi, nota avvocato che collabora con Rete Rosa e Luciana Ceriani, psicologa dell'associazione.

Proprio la presidente del centro antiviolenza ha ricordato come "la rete sia l'elemento fondandate per gruppo e del sostegno". "Sono stati 82 i nuovi accessi a Rete Rosa nel 2022 con una conseguente presa in carico che supera il 60%. Vuol dire che la maggioranza delle donne che si avvicina per un momento di ascolto e accoglienza instaura con noi un patto ed inizia un percorso con tempi specifici. Del resto nessun caso negli ultimi 12 mesi è stato chiuso per abbandono e questo conferma la validità dell'intervento".

A creare l'atmosfera la perfomance di Gabriele e Anna Sofia, studenti del gruppo teatrale del liceo Legnani. Tra i presenti in sala gli assessori Ilaria Pagani, Francesca Pozzoli e Franco Casali con il sindaco Auguto Airoldi e l’ex vicesindaco Valeria Valioni. Nutrita anche la delegazione di Rete Rosa e del Rotary Club saronnese guidato da Guenda Lazzaroni e dal moderatore della serata Massimiliano Fragata.

Tra i momenti più memorabili va annoverato l'intenso l'intervento di Piera Bossi. La gip di Busto Arsizio prima di entrare nello specifico della tema della vittimizzazione secondaria "che spesso provoca fughe delle vittime che temono la pena del processo" ha ricordato come "la violenza non avvenga solo di notte in angoli bui e degradati della città" ma in realtà si presentino sempre "di mattina, di pomeriggio, di sera, sui luoghi di lavoro e i quelli di svago ma soprattutto dentro le mura di casa".


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Un paziente, un pensionato settantenne aveva incespicato in uno zerbino ed era malamente caduto a terra, procurandosi lesioni al volto. Il fatto era accaduto nei pressi dell'uscita del reparto dove si trova il pronto soccorso: cadendo si procurò diverse lesioni al volto. Ora il giudice ha ritenuto di non archiviare, perchè ci siano ulteriori accertamenti per capire se vi possano essere state responsabilità, ovviamente di natura colposa, da parte di qualcuno in ospedale e fra chi comunque era chiamato ad assisterlo. La procura è dunque chiamata ad ulteriori approfondimenti in modo da ripresentare il caso all'attenzione del giudice, la prossima primavera. (foto: la zona del padiglione del pronto soccorso dell'ospedale di Saronno) 10122020 [post_title] => Pensionato caduto in ospedale: il giudice non archivia ma ordina indagini [post_excerpt] => [post_status] => publish [comment_status] => open [ping_status] => open [post_password] => [post_name] => pensionato-caduto-in-ospedale-il-giudice-non-archivia-ma-ordina-indagini [to_ping] => [pinged] => [post_modified] => 2020-12-10 02:44:34 [post_modified_gmt] => 2020-12-10 01:44:34 [post_content_filtered] => [post_parent] => 0 [guid] => https://ilsaronno.it/?p=226656 [menu_order] => 0 [post_type] => post [post_mime_type] => [comment_count] => 0 [filter] => raw ) [2] => WP_Post Object ( [ID] => 220561 [post_author] => 2 [post_date] => 2020-10-21 12:15:15 [post_date_gmt] => 2020-10-21 10:15:15 [post_content] => SARONNO - Il giudice per le indagini preliminari del tribunale di Busto Arsizio, Piera Bossi, ha accolto l'istanza di opposizione all'archiviazione presentata dall'avvocato dei famigliari di un sessantaduenne che nel dicembre del 2010 era deceduto all'ospedale di Saronno: per il medico "veterano" del pronto soccorso ospedaliero, Leonardo Cazzaniga, si annuncia un nuovo procedimento giudiziario, per ora è stata fissata un'udienza a febbraio. L'anziano malato era stato accompagnato al pronto soccorso per essere visitato per problemi respiratori e meno di un'ora dopo avvenne il decesso. Una vicenda in relazione alla quale la procura aveva chiesto l'archiviazione perchè gli orari di servizio di Cazzaniga in ospedale non corrispondevano con quelli del ricovero del paziente. Cazzaniga è stato recentemente condannato all'ergastolo per dodici omicidi (dieci pazienti oltre che di Massimo e Luciano Guerra, marito e suocero della sua compagna di allora, l’infermiera Laura Taroni). 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L'ultimo episodio, quello che ha portato l'uomo prima all'ospedale di Saronno poi in cella a Busto Arsizio, è avvenuto mercoledì mattina. L'uomo ha cercato di sfondare la porta di casa della donna a calci e pugni. Sono arrivati i carabinieri che l'hanno fermato e gli hanno trovato addosso un coltello a serramanico con una lama lunga 20 centimetri e qualche dose di marijuana. E' stato inizialmente portato all'ospedale cittadino ma è stato dimesso appena è stato acclarato che non avesse problemi medici. E' stato portato alla casa circondariale di Busto Arsizio. Ieri l'interrogatorio davanti al gip Piera Bossi che ha optato per la custodia in carcere. La prima denuncia della saronnese risale ad un mese dopo l'inizio della relazione con il 31enne che si è mostrato da subito eccessivamente geloso tanto da minacciarla, anche di morte, con un coltello. 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Al tribunale di Busto Arsizio in mattinata il giudice per le indagini preliminari, Piera Bossi (nella foto di archivio, in un precedente dibattimento), ha infatti conferito il mandato per la riesumazione dalla salma e l'incarico ad esperti per l'analisi dei resti. Obiettivo, cercare di stabilire un eventuale sovradosaggio dei farmaci che gli furono a suo tempo somministrati. Il tutto rientra nell'ambito dell'inchiesta "Angeli e demoni" e del procedimento nei confronti del medico "veterano" del pronto soccorso, Leonardo Cazzaniga, che era stato arrestato nel novembre del 2016 dai carabinieri della Compagnia di Saronno, guidati dall'allora capitano ora maggiore Giuseppe Regina, per una serie di morti sospette avvenute negli anni precedenti all'interno del suo reparto. 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Talvolta c'erano stati momento di tensione che hano portato a questo caso giudiziario. L'ultima udienza si è svolta a fine ottobre, e fuori si è tenuto il presidio di una trentina di persone, in solidarietà con gli imputati. In aula d'udienza, davanti al giudice monocratico Piera Bossi, sono stati ascoltati come testimoni alcuni agenti della Digos varesina. Il processo era iniziato nei mesi scorsi a Saronno, per essere poi spostato a Busto Arsizio. 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Si prendeva cura della madre disabile e nel tempo libero fumava: ha spiegato così, il maturo figlio, la sua presenza nei boschi attorno a Saronno dove un paio di anni fa era stato bloccato dai carabinieri che stavano compiendo controlli antidroga. Lui aveva un panetto da cento grammi, ben oltre la quantità solitamente "tollerata" ad uso personale, ed era stato quindi denunciato. Giudice Piera Bossi Al recente procdesso che si è tenuto al tribunale di Saronno, di fronte al giudice Piera Bossi (qui in una foto d'archivio) l'uomo ha affermato che la droga l'aveva comprata tutta per sè e non per spacciarla: residente a Domodossola, era venuto nel basso varesotto dove sapeva di portarla trovare a buon prezzo e si era fatto la scorta. 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Poi la volta del Tavor, quella in cui si era ritrovata una gomma dell'auto ricoperta di benzina, un'altra volta quando al camioncino del figlio era stato tagliato un pneumatico e l'ex - maturo saronnese - si era attribuito la partenità del vandalismo. 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Potrà beneficiare della sospensione della pena, ma solo se verserà subito i 20 mila euro che deve alla ex consorte per le spese dei loro figlioli. E' finito così, al tribunale cittadino, il processo nei riguardi dell'uomo, che ha sostenuto di avere cercato di fare la propria parte, con versamenti sulla carta di credito ricaricabile in uso al figlio più grande, in base alle proprie disponibilità economiche. 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SARONNO - È Oriella Stamerra, presidente di Rete Rosa, a fare il punto della violenza contro le donne nel Saronnese nell'ultimo anno così come è stata fotografata dal centro antiviolenza locale. L'occasione è stata l'incontro “Quella sera com’era vestita?” che si è tenuto ieri giovedì 24 novembre al cinema teatro Prealpi. L'appuntamento era dedicato al peso che viene dato all’abbigliamento nella formazione del giudizio rispetto a episodi violenti. L'evento, organizzato nell'ambito degli appuntamenti per la giornata per l'eliminazione della violenza contro le donne, segue l'iniziativa di sensibilizzazione realizzata mercoledì dalla Questura in piazza del Mercanti.

La serata, frutto di una sinergia tra Comune, Rete Rosa e Rotary club Saronno, ha rinnovato un format che già aveva avuto un ottimo riscontro lo scorso anno. Relatrici dell'evento di sensibilizzazione il vicesindaco e assessore alla Pari opportunità Laura Succi, il gip di Busto Arsizio Piera Bossi, Elena Maffi, nota avvocato che collabora con Rete Rosa e Luciana Ceriani, psicologa dell'associazione.

Proprio la presidente del centro antiviolenza ha ricordato come "la rete sia l'elemento fondandate per gruppo e del sostegno". "Sono stati 82 i nuovi accessi a Rete Rosa nel 2022 con una conseguente presa in carico che supera il 60%. Vuol dire che la maggioranza delle donne che si avvicina per un momento di ascolto e accoglienza instaura con noi un patto ed inizia un percorso con tempi specifici. Del resto nessun caso negli ultimi 12 mesi è stato chiuso per abbandono e questo conferma la validità dell'intervento".

A creare l'atmosfera la perfomance di Gabriele e Anna Sofia, studenti del gruppo teatrale del liceo Legnani. Tra i presenti in sala gli assessori Ilaria Pagani, Francesca Pozzoli e Franco Casali con il sindaco Auguto Airoldi e l’ex vicesindaco Valeria Valioni. Nutrita anche la delegazione di Rete Rosa e del Rotary Club saronnese guidato da Guenda Lazzaroni e dal moderatore della serata Massimiliano Fragata.

Tra i momenti più memorabili va annoverato l'intenso l'intervento di Piera Bossi. La gip di Busto Arsizio prima di entrare nello specifico della tema della vittimizzazione secondaria "che spesso provoca fughe delle vittime che temono la pena del processo" ha ricordato come "la violenza non avvenga solo di notte in angoli bui e degradati della città" ma in realtà si presentino sempre "di mattina, di pomeriggio, di sera, sui luoghi di lavoro e i quelli di svago ma soprattutto dentro le mura di casa".


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