Dal progetto del maxi tribunale alla chiusura del palazzo di Giustizia: la cronistoria
SARONNO – All’inizio del 2012 in piena spending review nel settore della Giustizia si è iniziato a parlare della possibile chiusura del giudice di pace di Saronno e della sezione staccata del tribunale cittadino. L’Amministrazione si è mobilitata con un sogno ambizioso, creare un presidio giudiziario a servizio di 4 province. L’obiettivo minimo era il salvataggio del tribunale e del giudice di pace. A distanza di tre anni Saronno ha perso entrambi i presidi.
Ecco una breve cronistoria di questa odissea.
dicembre 2011 – si parla per la prima volta della chiusura di 647 uffici del giudice di pace su 846 tra questi anche il presidio di Saronno. L’Amministrazione si mobilita viene nominato un consigliere comunale delegato Angelo Proserpio e si organizzano i primi incontri tra i sindaci del comprensorio. “Il giudice di pace riveste una funzione centrale per la cittadinanza – spiega Proserpio – Si tratta di una giustizia amministrata “sotto casa” da una figura vicina alla gente”
inverno 2012 – l’Amministrazione lancia il progetto, studiato da Angelo Proserpio di un maxi presidio giudiziario a Saronno che superi i confini provinciali. Si ipotizza di ricalcare i confini del distretto scolastico creando un mandamento con 16 comuni: i sei del Saronnese (Saronno, Caronno Pertusella, Origgio, Gerenzano, Uboldo e Cislago), tre milanesi (Solaro, Cesate e Garbagnate Milanese), tre comaschi (Rovello Porro, Rovellasca e Turate) e quattro brianzoli (Ceriano Laghetto, Lazzate, Cogliate e Misinto).
primavera 2012 – Per creare un consorzio di Comuni inizia una sorta di road show dei comuni del comprensorio e si organizzano diversi tavoli di lavoro. Tutti i delegati hanno apprezzato i vantaggi che porterebbe il progetto, anche se restano delle perplessità sui costi.
maggio 2012 – i consigli comunali di Caronno Pertusella, Saronno e Cislago approvano una mozione con la quale si chiede l’ampliamento del mandamento del presidio giudiziario saronnese, così da preservare l’ufficio del giudice di pace e il tribunale dal rischio chiusura.
luglio 2012 – a fronte delle voci sempre più insistenti di una chiusura del tribunale scende in campo anche l’associazione forense: “Lo spostamento equivale a negare al cittadino il diritto alla giustizia, coinvolgiamo anche Como e Monza”
marzo 2013 – parte i countdown per trattenere il servizio degli giudice di pace in città: ci sono due mesi di tempo
marzo 2013 – l’associazione nazionale giudici di pace tiene la propria assemblea annuale a Saronno alla presenza del sindaco Luciano Porro. Si parla della possibile chiusura ma il sindaco ribadisce il proprio impegno per salvare il servizio
aprile 2013 – in extremis viene presentata la ministero la richiesta per mantenere il servizio del giudice di pace a Saronno: aderiscono Cislago e Caronno Pertusella
maggio 2013 – da una chiacchierata con il procuratore capo di Busto Arsizio, ed ex pretore di Saronno, si scopre che è partito il countdown per la chiusura del tribunale cittadino e che “solo un forte intervento della politica” lo potrà fermare.
settembre 2013 – il tribunale di Saronno viene spostato a Busto Arsizio, Porro: “E’ assurdo perchè qui ci sono spazi per i quali continuiamo a pagare. Io e l’assessore Nigro continueremo a seguire l’evolversi della situazione”
settembre 2013 – Arriva il piano B per usare il palazzo di giustizia: “Credo che il trasferimento a Busto Arsizio del servizio del giudice di pace a Busto Arsizio sia inevitabile”
ottobre 2013 – Porro getta la spugna: “Abbiamo consultato i nostri legali: ormai non c’è più niente da fare. Il tribunale non sarà più un servizio presente in città ma lotteremo per mantenere il giudice di pace”
novembre 2013 – il sindaco Luciano Porro prova e ammette “tribunale a Busto Arsizio scomodo e costoso”
marzo 2014 – Colpo di scena: mentre si prepara il trasloco nella sede bustocca degli uffici del giudice di pace arriva il decreto del ministero che annuncia il mantenimento del giudice di pace di Saronno. Entusiasta il commento del sindaco Luciano Porro: “E’ una vittoria importante, coinvolgeremo gli altri comuni per sostenere i costi”.
maggio 2014 – Manca il personale per svolgere i processi e grazie ad una legge del 1960 il giudice Venuto convoca come cancelliere il segretario comunale che presenzierà con questo ruolo tutte le udienze penali.
luglio 2014 – con una presentazione ufficiale in Municipio prima dell’inizio del corso formativo il Comune annuncia il distacco di due dipendenti per garantire il personale al tribunale. “Ora coinvolgeremo gli altri comuni per ripartire i costi”
agosto 2014 – il Comune è all’opera per formare il personale ma intanto il tribunale chiude la cancelleria perchè non viene garantita la sicurezza del palazzo di giustizia. L’Amministrazione critica la decisione ma l’ufficio rimane chiuso tutto agosto
settembre 2014 – l’Amministrazione avvisa gli uffici del giudice di pace dell’intenzione di trasferire gli uffici e le udienze a Villa Gianetti per evitare di dover pagare il riscaldamento nell’intero palazzo di via Varese
ottobre 2014 – Con una stringatissima nota inviata via fax al Ministero i comuni di Saronno, Caronno Pertusella, Gerenzano e Cislago rinunciano al servizio a causa dei costi (qui il dettaglio del budget). Immediata la levata di scudi in città ma il sindaco Luciano Porro replica “è stata una scelta politica ci sono altre priorità”
gennaio 2015 – ultima udienza a Saronno: uffici e udienze dal mese di febbraio si terranno a Gallarate
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