Ex Isotta, Gorla affonda sul Comune: “Siamo per avvocati. Brera? E’ in stallo. Il progetto è fallito per la loro incapacità di dialogo”
4 Novembre 2022

SARONNO – E’ quasi un monologo quello che Giuseppe Gorla amministratore unico della Saronno città dei Beni Comuni ha fatto ieri mattina a Radiorizzonti. Ha annunciato ritardi e stop al progetto di rinascita dell’ex Isotta Fraschini con l’arrivo dell’accademia di Brera a Saronno. Un lungo intervento in cui ha rimarcato più volte le responsabilità del Comune nei rallentamenti subiti da questo e da altri due progetti su cui sta lavorando.
“Siamo per avvocati – esordisce Gorla facendo il punto della situazione ex Isotta – l’unico modo in cui riusciamo a parlare con il Comune è aprendo un contenzioso legale. Siamo in uno stallo totale sul progetto Brera”.
BONIFICHE
“Abbiamo perso dei mesi per poter avviare il campo prova. Abbiamo sottostato alle condizioni prevaricanti che il Comune ci ha chiesto. Malgrado questo il campo prova si è completato coi complimenti degli enti preposti al controllo. Abbiamo presentato il progetto di bonifica della fase uno e il Comune ci ha contestato delle condizioni che noi abbiamo ritenuto irrituali e non corrette. Con gli avvocati abbiamo risposto alle richieste dell’Amministrazione spiegando le norme che facevano riferimento ad una bonifica per fasi e come fossimo pronti ad andare davanti ad un giudice perché lui decidesse. Abbiamo indicato anche che avremmo chiesto i danni emergenti che vanno in capo alle singole persone coinvolte in quell’attività di forzatura. Il Comune ha fatto un totale voltafaccia, ha cambiato completamente posizione. Adesso, dopo aver buttato via un altro mese e mezzo o due, potremmo partire”
“E questo è solo il primo esempio di come si vada per avvocati in questo progetto. Solo attraverso gli avvocati si va avanti. Con una difficoltà enorme di dialogo”.
Gorla prosegue parlando due altre due vicende quella di “due stabili di mia proprietà di cui il Comune ha autorizzato l’abbattimento su richiesta di un vicino senza verificare che la proprietà era mia” e dei danni avuti sul confine per la pista ciclabile realizzata in via Varese, “un’altra vicenda arrivata davanti al giudice”.
COMUNICAZIONE DEL COMUNE
“C’è un clima plumbeo sulla gestione dell’informazione a Saronno – ha spiegato Gorla che ha affrontato questo come primo aspetto del suo intervento – c’è una voce ufficiale istituzionale che detiene il potere e in qualche modo cerca di interdire e condizionare le opinioni altri. Nella mia esperienza, non parlo da cittadino ma da investitore, ho molte perplessità su come viene gestita da parte della pubblica amministrazione la comunicazione. Fin dal primo comunicato che l’Amministrazione ha fatto su quest’iniziativa si è attribuita meriti, ruoli e azioni assolutamente non rispondenti al vero. Ha creato una sua narrazione che non ha niente a che fare con il progetto”.
BRERA
“E’ un progetto che si basa su una collaborazione pubblico-privato. Noi abbiamo pensato ad un’iniziativa che fosse tutta basata su capitali privati ma con un forte impatto sociale e pubblico. Con un rilancio socio economico per la città. Purtroppo tutto questo è fallito. In due anni e mezzo sul progetto Brera noi non abbiamo ottenuto nulla. Non c’è niente. Il progetto che noi abbiamo presentato nei dettagli (ex Bernardino Luini, piazza, coccodrillo, palazzo 1880) giace da tre mesi neanche letto in comune”
NON C’E’ MODO DI DIALOGARE CON IL COMUNE
“Non c’è modo di dialogare con il comune – lo rimarca più volte Gorla – dopo due anni e mezzo sono arrivato alla conclusione che questo dialogo è impossibile. Con quest’Amministrazione non c’è modo”
“Ora io da investitore ho intenzione di sospendere tutti gli investimenti. Il progetto Brera è fallito nei termini, nei tempi e nei modi in cui io l’ho pensato e proposto. Ne devo prendere atto perché non si può vivere di irrealtà. La realtà che il progetto è fallito, perchè il Comune non ha mai voluto dialogare. Il Comune ha ottenuto il capolavoro di far scappare da Saronno un investitore come me”.
SCALO FARINI
“Brera ha una sua strategia di diffusione sul territorio e Scalo Farini era un elemento strategico importante che c’era ben prima che iniziassimo a parlare di Saronno. Sono due elementi complementari (Saronno e Scalo Farini ndr) che sono parte della strategia che la presidente Pomodoro sta proseguendo per risolvere la tensione per la mancanza di spazi. Il progetto Saronno ha anche il vantaggio di offrire costi contenuti, un polo museale integrato nell’attività formativa e residenze per studenti e docenti.
Oggi per l’insipienza del comune, per il suo disinteresse nei fatti (non nelle dichiarazioni farlocche) ci ritroviamo con lo Scalo Farini che è un elemento di vantaggio per noi. Noi non siamo in grado di rispondere in modo tempestivo alle esigenze di Brera ma il fatto che abbia trovato alternativa abbassa la tensione sugli spazi e paradossalmente permette a noi di avere tempi più lunghi per pensare a quello che dobbiamo fare e che il Comune finora ha fatto fallire”.
“Da parte mia, c‘è amarezza e delusione ma anche la lucida decisione di andarmene di voltare le spalle ad un‘Amministrazione che non è stata in grado di aprire un qualunque dialogo”. Gorla procede facendo il punto su quanto fatto e le difficoltà trovate sul fronte di altri due progetti Fondazione Casa solidale e Palazzo Visconti.
“Sono dentro in questi tre progetti (ex Isotta Fraschini, Casa solidale e Palazzo Visconti ndr) e da investitore penso che non ci siano le condizioni a Saronno per fare alcuni tipi di investimento che abbiano una ricaduta sociale. Quindi io mi fermo in attesa di altri interlocutori credibili affidabili interessati al bene comune in città”.
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